SICILIANS - La storia si ripete - Per capire la Sicilia la devi guardare in faccia. La proposta fotografica di Simone Aprile
- dal 18 aprile al 5 maggio 2019
- Dal martedì alla domenica - dalle ore 16:00 alle ore 20:00
- Convento del Carmine - Piazza Matteotti - Modica
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Progetto Fotografico di Simone Aprile
Per capire la Sicilia
Per capire la Sicilia devi guardarla in faccia.
Terra di cultura, bellezza, mafia e abusi, terra di contraddizioni, è nota in tutto il mondo per la sua unicità, nel bene e nel male.
Poche isole, come la Sicilia, hanno avuto nella storia così tante invasioni e dominazioni che hanno generato, nel corso dei millenni, contaminazioni di popoli e culture. Situata nel cuore del Mediterraneo, al centro delle rotte di passaggio del mondo antico, dal VI secolo a.C. l’isola ha intercettato e accolto nel suo scenario Cartaginesi, Greci, Romani, Arabi, Normanni, Spagnoli e Francesi che hanno fuso cultura e caratteristiche fisiche con quelle indigene. Poi, dall’Ottocento in poi, l’isola è rimasta isola, niente più invasioni e gli abitanti, lontani ormai dal pensarsi greci, arabi o normanni, hanno cominciato a definirsi semplicemente siciliani, sostituendo al concetto di origine quello di appartenenza.
Questo progetto è una riflessione sull’identità dei siciliani, un concetto che in un tale scenario di contaminazioni culturali e somatiche perde ogni criterio di classificazione, diventa inafferrabile e per questo affascinante.
Chi può dirsi davvero siciliano?
I ritratti delle persone qui in mostra, che a loro memoria sono siciliani da sempre e per questo motivo hanno un forte senso di appartenenza alla loro terra, mostrano in realtà, in ogni singolo tratto somatico, quante culture siano passate in Sicilia.
Ogni volto, ogni ruga, ogni sorriso, ogni sfumatura non sono altro che la mappatura di un viaggio che dura da millenni. Perché i siciliani sono in realtà un insieme di popolazioni che, per diversi motivi, è in continua migrazione.
consapevolezza è basilare per poter accogliere e accettare persone di culture e provenienze diverse dalle nostre. Come dimostra la seconda parte del progetto che riguarda i nuovi arrivi, le nuove famiglie di siciliani formate dall’unione con persone che per vari motivi sono arrivate di recente nell’isola, chiudendo il cerchio di una storia di migrazioni che continua e si ripete.
Sì, la storia si ripete. E dimostra come l’identità siciliana si fondi più sul senso di appartenenza che su quello di origine. E il senso di appartenenza nasce dall’accoglienza.Un tema di forte attualità che rimette in moto il corso della storia e il significato stesso di identità. Senza un processo di accoglienza e appartenenza le origini finirebbero per influire ben poco sull’identità di queste persone.
Sullo sfondo di una carta da parati che ricorda gli interni delle case siciliane del Novecento, questi volti di uomini e donne, giovani e adulti, sono ritratti sullo stesso piano (fotografati con una maglietta nera, senza vestiti che ne caratterizzino lo stato sociale). I loro avi, per almeno quattro o cinque generazioni, hanno vissuto nei territori delle antiche colonie greche, sulle coste invase dai saraceni e nelle zone dove è fiorita la cultura normanna. Provengono cioè da ogni parte della Sicilia, per restituire un quadro completo e rivelare la potenza delle contaminazioni e il loro ruolo nel definire il significato dell’identità.