“Piero Guccione: un silenzio che si fa luce".
Galleria Lo Magno: mostra di grafiche e pastelli del maestro Sciclitano
- Dal 5 maggio al 28 giugno 2019
- Dal martedì al sabato 10:00 - 13:00 e 16:00 - 20:00
- c/o Galleria Lo Magno - Arte Contemporanea
- Via Risorgimento, 91/93 - Modica
- info mail:
- Contatto: +39 0932 763165
Inaugurazione Domenica 05 maggio alle ore 19:00
Descrizione
“Piero Guccione: un silenzio che si fa luce"
«Oggi si considera Guccione, giustamente, il maggior pittore italiano vivente, ma altrettanto giustamente egli va anche considerato, e da almeno trent’anni, il nostro più grande litografo».
Così Guido Giuffré, critico e storico dell’arte, interprete raffinato dell’arte del Novecento, concludeva nel 2000 la presentazione di una mostra di grafica di Piero Guccione.
Alla grafica e ai pastelli dell’artista di Scicli la Galleria Lo Magno dedica un’interessante mostra dal titolo “Piero Guccione: un silenzio che si fa luce”, a cura di Giuseppe Lo Magno.
L’iniziativa, tra le prime in Italia dedicata al maestro recentemente scomparso, è organizzata in collaborazione con l’Archivio Piero Guccione di Roma,e sarà inaugurata negli spazi espositivi, domenica 5 maggio, anniversario della nascita del maestro.
Saranno in esposizione acqueforti, acquetinte, puntesecche, litografie e serigrafie, realizzate tra la fine degli anni Cinquanta e il Duemila, parallelamente ai dipinti a olio.
"Il percorso espositivo", come scrive il critico d’arte Paolo Nifosì, comprende «le Attese di partire (fine anni sessanta e inizi degli anni settanta), una serie di litografie in cui le geometrie degli interni di un aeroporto organizzano e strutturano una luce metafisica; i riflessi sulla Volkswagen, del 1973, in una cartella di quattro acqueforti, in cui il riferimento è sia Roma che Scicli; acqueforti molto elaborate di fitte trame, con un lavoro di bulino da orafo, in cui gli inchiostri di una grafica antica hanno un che di corposo e di denso per raccontare la civiltà urbana, quella raccontata qualche anno prima anche nei "giardini e nelle siepi", e quella siciliana nel racconto del Paese rosso di Scicli in cui sono compresenti i simboli della chiesa Madre e il tabellone elettorale della falce e martello nella collina di San Matteo, e la scoperta del cielo, delle nuvole in un notturno in cui appare la pallida traccia della luna (forse l’unica immagine in cui Guccione ha reso la luna di notte); le interpretazioni litografiche sul Baltico di Friedrich in una cartella del 1981, gli ibischi degli anni settanta, il miniaturistico e tesissimo Cuore freddo del mare, fatta per il Metropolitan di New York, la Pietà di San Pietro resa con un sicuro e immediato segno in un campo rosso-arancio».