La Storia
Il nome Giarratana deriva da Cerretanum, dal latino cerrus, che significa querceto, per i numerosi boschi di querce presenti nel territorio.
Per la presenza di numerosi corsi d’acqua, già in epoca preistorica nel luogo esistevano insediamenti umani. Tracce dei siculi sono state rinvenute nelle sue vicinanze; durante il XIX secolo, fu rinvenuta una villa di epoca romana risalente al III sec. d.C. con mosaici pavimentali.
Le prime tracce scritte su Giarratana risalgono al periodo normanno, in cui vi furono edificate mura cittadine e un castello.
Durante il Medioevo fu feudo di importanti famiglie. Schieratosi in favore degli Aragonesi durante i Vespri Siciliani, vi si svolse un grande massacro di Angioini.
Nel 1400 fece parte della Contea di Modica, ma fu presto venduta per pagare alcuni debiti contratti dal conte. Fu poi rivenduta alla famiglia Settimo, e intorno alla metà del 1500 fu elevata a marchesato. Godette di particolare considerazione da parte della Chiesa di Roma, tanto che i Settimo acquistarono il corpo di Santa Ilaria, oggi custodito nella chiesa di San Bartolomeo. Nel 1644 la Madonna della Neve venne proclamata Patrona della città.
Anche qui il terremoto del 1693 provocò gravissimi danni e molte vittime. La successiva ricostruzione di Giarratana avvenne su una collina poco distante dalla sua ubicazione originaria. I resti dell’antico insediamento sono oggi visitabili presso la località denominata Terravecchia.
Cosa Visitare
Oggi sono presenti numerosi edifici religiosi, tutti successivi al terremoto del 1693: la Chiesa di San Bartolomeo, in stile barocco, eretta nel XVIII secolo e con all'interno numerosi affreschi e ceramiche originali; nella parte alta del paese, la Basilica di Sant’Antonio Abate, anch'essa del XVIII secolo in stile barocco, con gli interni decorati da pregevoli stucchi dorati; la Chiesa Madre, dedicata all'Annunziata e a San Giuseppe (XVII-XVIII sec.), presenta una facciata tardorinascimentale e l'interno con opere di artisti locali; la Chiesetta della Madonna delle Grazie, di architettura neoclassica.
Fra i monumenti troviamo i resti della villa romana, una chiesetta bizantina, una catacomba cristiana, la zona archeologica denominata “u Cuozzu”, i resti del già citato borgo di Terravecchia, sul Monte Lauro i resti di Kasmenai, una cittadella fortificata siracusana, il parco di Calaforno, che condivide con Monterosso Almo, dove si trova un Ipogeo Preistorico, i ruderi del Castello dei Settimo del 1703.
All’interno del Palazzo Barone sono presenti il Museo etnoantropologico e il Museo dell’emigrazione iblea. Quest'ultimo documenta l'emigrazione iblea attraverso un percorso interattivo tra letteratura, cinematografia, musica, fotografie, giornali, riviste e oggetti d’epoca.
A circa 10 Km. dalla cittadina è la diga di Santa Rosalia, uno sbarramento artificiale sul fiume Irminio che ha creato l'omonimo bacino, il cui scopo è assicurare l’approvvigionamento idrico alle campagne e ad alcune frazioni nei dintorni.
È anche un magnifico lago, con una costa piuttosto frastagliata e densa di vegetazione e uno splendido panorama.
Il lago è popolato da trote, tinche, carpe, rane e rospi; nella boscaglia vivono cervi e caprioli e vi nidificano numerose specie di uccelli, tra cui il corvo, il gheppio e il nibbio reale.
La Cipolla di Giarratana
A Giarratana si produce una saporitissima cipolla, grossa e dolce, dichiarata presidio Slow Food, cui ogni anno ad agosto è dedicata una Sagra.
Durante i giorni della festa la cipolla viene servita in ogni modo: cotta, cruda, o sotto forma di prelibate “scacce”, involtini di sfoglia fatta in casa ripieni di pomodoro e cipolla.
La manifestazione premia anche il produttore della cipolla più grossa, che arriva a pesare anche oltre il chilo e mezzo.