- Provincia: Siracusa
- Città: Palazzolo Acreide
- Coordinate: 37°04′N 14°54′E
- Altitudine: 670 m s.l.m.
- Superficie: 87,54 km²
- Abitanti: 8 668 (30-11-2017)
- Densità: 99,02 ab./km²
- Mappa Città:
La Storia
Tre sono i siti che ne identificano il territorio: l’antico insediamento greco di Akrai, il borgo medievale con il castello, il quartiere superiore, ricostruito dopo il terremoto del 1693, con le sue chiese barocche e gli antichi palazzi nobiliari.
Era una colonia fondata attorno al 664 a.C. dagli stessi siracusani con il nome di Akrai. Durante il regno di Gerone II la città raggiunse il suo massimo splendore e si arricchì di importanti edifici civili. Anche in periodo romano visse un’epoca di splendore. Akrai cessò di esistere quando, nel 827 d.C., gli arabi conquistarono e rasero al suolo la cittadina.
Durante il medioevo cominciò a sorgere un piccolo borgo, poi ampliato dai normanni, che vi costruirono un castello.
Dal 1282 si succedettero al governo della città vari signori, tra i quali i Centelles, i Parisio de Castellar, gli Alagona, i Campolo, i Santopau ed infine i Ruffo di Calabria.
Dopo l'editto del 1492, che espelleva dai domini spagnoli le comunità israelitiche, la città accolse una numerosa comunità di cristiani e di ebrei.
Nel 2002 l'UNESCO ha dichiarato la chiesa di San Sebastiano e quella di San Paolo monumenti patrimonio dell'umanità.
Cosa visitare Architetture religiose
Basilica di San Sebastiano
La prima chiesa dedicata a San Sebastiano fu costruita intorno alla seconda metà del XV secolo sulla preesistente chiesa di San Rocco, in seguito al ritrovamento, nel 1414, del simulacro di San Sebastiano presso la penisola di Magnisi.
L’edificio fu nel corso dei secoli ingrandito, per via della crescente diffusione del culto verso il santo. Il terremoto del 1693 rase al suolo il primitivo tempio e distrusse anche gli archivi della chiesa. Per un decennio le funzioni religiose vennero celebrate in una "baracca" vicino alla chiesa diroccata.
I lavori per la costruzione della nuova chiesa erano già iniziati nel 1702; furono lunghi e complessi e terminarono nel 1780. Fu consacrata nel 1828. Nel 1990, dopo il terremoto di Santa Lucia, fu consolidata e restaurata.
Si accede al sagrato salendo una monumentale scalinata a mo’ di ventaglio; costruita nel 1877, consta di due rampe, per un totale di 25 gradini.
La facciata, barocca, è ripartita su tre ordini: nel primo ordine, in basso, il portale centrale e i due laterali, delimitati da colonne corinzie. Una nicchia con la statua di san Sebastiano sovrasta il timpano spezzato che corona il portale principale.
Nel secondo ordine, un orologio contornato da colonne binarie e racchiuso da un timpano spezzato. Nel terzo ordine un’inferriata circonda la cella campanaria, sovrastata da un'incastellatura in ferro battuto con una banderuola segnavento.
L’interno è a croce latina a tre navate. Vi sono custodite numerose tele settecentesche, un reliquiario contenente anche un frammento osseo di San Sebastiano, numerose statue di santi in gesso, cartapesta o legno, un organo monumentale di fine Ottocento e la pregevole statua lignea di San Sebastiano, datata 1663, che viene portata in processione due volte l’anno; nella sagrestia un pregevole armadio in legno con scene intagliate a bassorilievo e numerose tele raffiguranti parroci e benefattori della chiesa.
Basilica di San Paolo
Il tempio fu edificato sull'area che occupava la primitiva chiesa di Santa Sofia, demolita in questa circostanza.
'edificio era in parte perfezionato nel 1657, anno in cui vi fu trasferito il simulacro di San Paolo. Nel 1688 San Paolo fu eletto patrono principale e protettore di Palazzolo Acreide.
Il terremoto del 1693 distrusse la chiesa e la statua di S. Paolo fu sepolta dalle macerie e danneggiata al momento del disseppellimento.
L’edificio fu ricostruito con dimensioni maggiori e con più sfarzo rispetto a prima. La chiesa fu completata, con la splendida facciata barocca, nell’ultimo trentennio del XVIII secolo.
Una scalinata di 11 gradini conduce al sagrato, su cui si affacciano i tre archi del portico d'accesso alla basilica; da qui si accede al vestibolo.
La splendida facciata barocca, opera del netino Sinatra, è ripartita su tre ordini, divisi in tre corpi al primo livello e da volumetrie decrescenti ai due livelli successivi, delimitati da ringhiere in ferro. Nel secondo ordine sono poste otto statue degli apostoli. Il terzo ordine è costituito dalla cella campanaria, delimitata da altre quattro statue degli apostoli. Chiude la facciata una cuspide con alla sommità una croce.
La chiesa ha una pianta a croce latina a tre navate, con due absidi laterali che racchiudono le due navate minori.
All’interno molti dipinti e tele, statue di santi, un artistico pulpito del 1833, un fonte battesimale, le vare della reliquia e di San Paolo, un organo. Pregevoli gli altari presenti nelle navate laterali e nelle absidi, molti in pregiato marmo, altri in pietra o in legno: uno, in particolare, risalente al XVI secolo, con archi gotici sostenuti da colonne tortili.
Nell’altare maggiore, dietro il quadro della Conversione di S. Paolo, vi è la nicchia in cui è custodita la statua di S. Paolo, scolpita nel 1567. Danneggiata gravemente in seguito al terremoto del 1693, la statua subì nel 1695 il rifacimento totale della testa e di altre piccole porzioni.
Chiesa dell’Annunziata
Edificata probabilmente nel XIII-XIV secolo, fu distrutta dal terremoto del 1693 e riedificata nello stesso sito.
Il bellissimo prospetto è caratterizzato da un ampio portale contornato da quattro colonne tortili binate, riccamente adornate da tralci di vite e frutta a grandezza naturale. La facciata è incompleta.
L’interno della chiesa è a tre navate, con la navata centrale decorata sempre con motivi agresti, uccelli e delicati motivi floreali. Pregevoli l’altare maggiore in marmo colorato e un particolarissimo tabernacolo marmoreo.
Fino al 1906 la chiesa custodiva un bellissimo quadro raffigurante l’Annunciazione, dipinto appositamente da Antonello da Messina nel 1474. Fu acquistato dalla Soprintendenza di Siracusa ed oggi si trova esposto nel Museo Bellomo di Siracusa.
Chiesa di San Nicola
La sua prima edificazione risale al 1215. Distrutta dal terremoto del 1542, venne ricostruita nello stile tardo rinascimentale che mostra ancora oggi. Il terremoto del 1693 fece crollare il tetto e provocò dei danni all’edificio.
La facciata, ricostruita dopo il terremoto del 1693 assieme a gran parte della chiesa, è molto lineare, con un portale, ai lati del quale si trovano due nicchie prive di statue. Il secondo ordine ricalca il primo, con al centro una nicchia vuota e ai lati due finestre con campane. Chiude la facciata un fregio e due statue alle estremità.
La chiesa ha un impianto a croce latina a tre navate. All’interno gli altari realizzati in pregiati marmi policromi, con intarsi e bassorilievi, numerose tele, molte provenienti da altre chiese ormai sconsacrate, un ottocentesco pulpito e un maestoso organo.
Cosa visitare Architetture civili
Castello di Palazzolo Acreide (o Rocca di Castelmezzano)
Fu certamente caposaldo della difesa bizantina. La fortezza venne assediata nell’827 d.C. dagli arabi.
Durante il regno normanno vi fu edificato un castello, intorno al quale si sviluppò un piccolo borgo, protetto da una cinta muraria. Il Castello crollò in seguito al terremoto del 1693.
Oggi del Castello Normanno rimangono qualche muro, alcuni bastioni e i basamenti della fortezza.
Area Archeologica di Akrai
La città di Akrai (664 a.C.), la più antica subcolonia siracusana, si trova ad ovest rispetto alla moderna Palazzolo Acreide.
I primi studi sull’antica città e sulla sua ubicazione risalgono al sec. XVI, ma fu il barone Gabriele Judica a cominciare una vera e propria ricerca archeologica e a rinvenire le prime vestigia dell’antica cittadina.
Il sito mostra l’asse viario e l’impianto urbanistico della città, il teatro greco, un tempio arcaico dedicato ad Afrodite, le latomie dell’Intagliata e dell’Intagliatella.
Teatro greco
La sua edificazione risale al III-II secolo a.C. e, a differenza di quello di Siracusa scavato nella roccia, è stato costruito su un preesistente pendio naturale.
Subì delle modifiche durante l'epoca romana e venne utilizzato come basamento per l'edificazione di una struttura per la lavorazione del grano durante il periodo bizantino.
Tornò alla luce nel 1924, in seguito agli scavi effettuati dal barone Gabriele Judica.
Dal 1991 ospita le rappresentazioni del Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani, organizzato dall'Istituto nazionale del dramma antico (INDA).
Latomie dell’Intagliata e dell’Intagliatella
Si tratta di latomie utilizzate nel corso dei millenni come cave di pietra, dalle quali venne prelevato il materiale per la costruzione delle abitazioni e dei monumenti di Akrai, e successivamente come necropoli.
I resti di tombe greche, romane, cristiane e di costruzioni bizantine seguono una precisa linea temporale. All’interno della latomia dell’Intagliata sono oggi ancora ben visibili numerosi ipogei e catacombe ad arcosolio di età cristiana.
Uno degli ipogei più importante è la cosiddetta Grotta dei Cavalli, un'abitazione di epoca bizantina composta da quattro grandi vani di forma rettangolare, scavati nella roccia, con accesso da uno stretto cunicolo.
L'Intagliatella è la più antica delle cave. Al suo interno si succedono nicchie votive e tombe di varie epoche, splendide tombe a baldacchino ricche di intagli o splendidi arcosoli.
Uno degli elementi più significativi è un bassorilievo, databile verso la prima metà del I secolo a.C., di circa 2 metri per 80 cm., raffigurante un sacrificio.
Museo archeologico Gabriele Judica
Sito presso il Palazzo Cappellani, fu inaugurato nel 2014 e intitolato al barone Gabriele Judica.
Uomo innamorato dell’arte e dell’archeologia, spese tutta la sua vita e il suo patrimonio per trovare l’antica Akrai, la città che tutti cercavano ma nessuno riusciva a individuare. Judica ci riuscì nel 1809, quando scoprì le prime tombe, e poi, nel 1820, quando rinvenne il Teatro greco di Akrai.
La collezione del museo proviene dai rinvenimenti del barone Gabriele Judica e raccoglie i reperti dell'antica città greca di Akrai, della collezione Ferla e del territorio di Leontinoi.
Sono esposti manufatti ceramici come vasi, lucerne, oggetti di uso quotidiano, una stele greca, unguentari e reperti preistorici. Il percorso museale si sviluppa su due piani: in quello inferiore sono presenti reperti preistorici e protostorici, nel piano superiore reperti di colonizzazione corinzia, età arcaica, classica e post classica, ellenistica, romana e tardo romana.
Casa-museo di Antonino Uccello
Il Museo è ubicato nei locali del settecentesco Palazzo Ferla-Bonelli (XVIII sec.).
Antonino Uccello (1922-1979), insegnante canicattinese emigrato nel nord Italia, poeta e cultore del folclore e delle tradizioni popolari siciliane, comincia a raccogliere oggetti di uso comune nella cultura locale e contadina che, a causa del progresso e della tecnologia, si stanno perdendo, incalzati dalla modernità. Tornato a Palazzolo, acquista un’ala del Palazzo Ferla e vi istituisce la Casa-museo, che sarà inaugurata nel 1971.
La collezione comprende oggetti di uso corrente nei secoli XVII e XVIII, piatti, ceramiche, utensili, statuine e tutti gli oggetti e strumenti di uso comune che servivano nei tempi andati per vivere e per lavorare.
Museo dei viaggiatori in Sicilia
È collocato nel seicentesco Palazzo Vaccaro e illustra il tema del viaggio: documenti, disegni, incisioni, libri d’arte, stampe di luoghi celebri siciliani e mappe storiche rappresentate dai viaggiatori del Grand Tour in Sicilia.
Il materiale esposto è principalmente risalente al Settecento e Ottocento, ma vi si trovano anche pregiati pezzi cinquecenteschi.